> > PREMIO FADOI AWARDS 2019 ASSEGNATO A MEDICINA INTERNA DEL FRACASTORO

PREMIO FADOI AWARDS 2019 ASSEGNATO A MEDICINA INTERNA DEL FRACASTORO

Pubblicato il sabato 11 Maggio 2019 La UOC di Medicina Interna dell’O.C. Fracastoro di San Bonifacio diretta dal dott. Claudio Capra, è stata insignita di un prestigioso Premio Nazionale come Miglior Centro di Ricerca Clinica 2019 da parte della apposita commissione della Società Scientifica Italiana FADOI (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti), società scientifica di maggior rilevanza nel panorama delle società di medicina interna in Italia.

Il Premio – che viene consegnato a Firenze il 14 maggio durante il Congresso Nazionale FADOI - è stato assegnato per il riconosciuto costante impegno, professionalità e competenza tecnica e scientifica dimostrati dalla UOC nella partecipazione dello studio “Registro IFI-C”, studio osservazionale sulle infezioni fungine invasive da Candida, coordinato dalla stessa FADOI.

Lo studio ha coinvolto 24 Centri Clinici a livello nazionale e si proponeva l’obiettivo di fornire dati sulle caratteristiche dei pazienti che presentano queste infezioni, sulla modalità di gestione dell’infezione, sugli esiti del ricovero e sul reale impatto di questa patologia nelle Unità Ospedaliere di Medicina Interna in Italia.

La Candida è un lievito onnipresente che si trova fisiologicamente negli individui sani. Il serbatoio principale è il tratto intestinale, ma anche altri siti possono essere comunemente colonizzati come, ad esempio, l’orofaringe, la vagina, il tratto respiratorio inferiore e quello urinario. Nella maggior parte dei casi le infezioni sono quasi asintomatiche e solo raramente portano alla candidosi invasiva. Quest’ultima grave evenienza si verifica quando le specie di Candida entrano nel circolo ematico determinando la candidemia e la diffusione sistemica.

Queste infezioni rappresentano un problema clinico rilevante nella gestione dei pazienti ospedalizzati e immunodepressi. Le Candide sono responsabili infatti di circa l'80% delle principali infezioni sistemiche fungine e sono la causa più frequente di infezioni fungine in pazienti immuno-compromessi. Le infezioni da Candida sono quindi tra le più frequenti infezioni nosocomiali ma spesso le più difficili da diagnosticare nei pazienti più complessi.
Fino a circa 10 anni fa la candidosi invasiva si presentava principalmente in individui affetti da condizioni patologiche con alterato livello delle difese immunitarie a seguito della stessa malattia da cui erano affetti o della terapia a cui venivano sottoposti. Negli ultimi 10 anni, invece, si è assistito al drammatico aumento di tali infezioni nei reparti di Medicina Interna ove sono ricoverati pazienti con plurime comorbidità, che hanno subito numerose terapie antibiotiche, portatori di dispositivi quali il catetere urinario e il catetere venoso centrale.

PROBLEMA
Nonostante l’ampio utilizzo di farmaci antifungini per la profilassi e il trattamento della Candida, l’infezione resta la più frequente malattia mortale associata ai ricoveri ospedalieri, con un considerevole allungamento dei tempi di degenza, un conseguente aumento dei costi, ma soprattutto con un rischio molto elevato per il paziente.
L’identificazione dell’infezione da Candida attraverso i tradizionali test microbiologici richiede alcuni giorni ed il riconoscimento della Candida in pazienti gravemente compromessi può essere difficile e complesso.
Il tasso di mortalità relativo alla infezione sistemica aumenta proporzionalmente ai giorni necessari per la diagnosi e all’inizio del trattamento terapeutico. L’individuazione precoce e il trattamento più idoneo e precoce sono quindi di massima importanza.

Lo studio premiato, coordinato nell’ambito della UOC di Medicina Interna dal dott. Andrea Tedesco, è stato condotto nel 2017/2018. I pazienti arruolati nello studio sono stati seguiti in regime di ricovero e con successiva visita di controllo a 3 mesi, valutando i differenti fattori di rischio, le indagini diagnostiche eseguite, le terapie apportate e gli esiti del ricovero e del follow-up. I risultati, che sono in fase di elaborazione a livello nazionale, permetteranno di fotografare l’estrema complessità di queste infezioni all’interno dei Reparti Internistici e le difficoltà intrinseche alla diagnosi, terapia ed esiti della patologia.
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