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RADIOTERAPIA DI AVANGUARDIA AL MATER SALUTIS

Pubblicato il mercoledì 12 Giugno 2019 Ospedale «Mater salutis» all'avanguardia nelle cure contro i tumori. Sono già un centinaio i pazienti dei 25 Comuni dell'ex Uiss 21 di Legnago e dei territori limitrofi che, da marzo a oggi, si sono sottoposti ai trattamenti effettuati con il nuovo acceleratore lineare acquistato per il reparto di Radioterapia e Medicina nucleare del «Mater salutis». L'apparecchiatura di ultima generazione, del costo di 2,1 milioni di euro, è stata inaugurata nell'Unità operativa diretta dal dottor Francesco Fiorica al piano rialzato del blocco sud del polo sanitario della Bassa. Il nuovo macchinario, costato oltre 2 milioni di euro, è stato acquistato attraverso il fondo messo a disposizione dalla Commissione regionale per l'investimento in tecnologia ed edilizia (Crite) e con un contributo di 400mila euro della Fondazione Cariverona. Alla cerimonia, accanto a Manuela Lanzarin, assessore regionale alla Sanità, e a monsignor Giuseppe Zenti, vescovo di Verona, erano presenti i vertici dell'Ulss 9 Scaligera, a cominciare dal direttore generale Pietro Girardi e da quello amministrativo Giuseppe Cenci. C'erano pure Graziano Lorenzettí, neo sindaco di Legnago, Flavio Pasini, presidente della Conferenza dei sindaci della Scaligera nonché primo cittadino di Nogara, vari amministratori della Bassa, Carlo Rugiu e Federico Realdon, rispettivamente presidenti provinciali dell'ordine dei medici e di quello dei farmacisti, oltre a rappresentanti delle forze dell'ordine. Il nuovo acceleratore lineare, attivo durante i giorni di trattamento dalle 8.30 alle 15.30, serve a migliorare qualitativamente le cure ai 600 pazienti oncologici, non solo della Bassa, ma anche dal Mantovano e dal Ferrarese, che ogni anno vengono seguiti dal reparto diretto da Fiorica. «Questo rinnovamento tecnologico», ha evidenziato il primario, «incrementa l'offerta ai malati, curando una vasta gamma di tumori. Il dispositivo, infatti, consente trattamenti complessi e sofisticati e, allo stesso tempo, identifica la sede della patologia attraverso immagini tridimensionali». A completare il tutto c'è un lettino robotico che permette di eseguire trattamenti in cui il fascio radiante si trasforma in una sorta di bisturi, permettendo quindi di intervenire sul paziente senza tagli nè ferite. Il primario ha sottolineato altre peculiarità dell'apparecchiatura: «I tempi di erogazione del trattamento sono stati ridotti. Inoltre la macchina è sincronizzata con il respiro del paziente». Attraverso questo passo avanti sul fronte tecnologico, l'ospedale legnaghese compie un ulteriore balzo qualitativo per quel che concerne le cure oncologiche. «Il nostro obbligo», ha puntualizzato l'assessore Lanzarin, «è quello di investire nel settore della salute a favore dei cittadini. Per questo, ogni anno, la Regione destina 70 milioni di euro in attrezzature mediche all'avanguardia». «Questo è un investimento importante per l'ospedale di Legnago», ha affermato il dg Pietro Girardi, «alla luce dell'ufficializzazione, nelle ultime schede ospedaliere regionali, della Medicina nucleare, specializzazione da anni presente nel nostro ospedale, ma finora mai istituzionalizzata». «Il nostro obiettivo primario», ha proseguito Pasini, «è ora quello di sopperire alle carenze dei medici di vari reparti». «Lavorare con gli enti pubblici», ha riferito Giacomo Marino, direttore generale della Fondazione Cariverona, «per istituzioni come la nostra è fondamentale». «L'acquisizione del nuovo acceleratore», ha concluso il sindaco Lorenzettí, «è un importante punto di partenza per avere un ospedale qualificato».

Da L’Arena 12.06.2019 a firma Fabio Tomelleri
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